RAF PUNK
Ragazzi questa è veramente storia, i RAF PUNK c’erano ancora prima del VIRUS di Milano, e forse, in parte, ne hanno ispirato la creazione. Cominciano a fine anni ‘70 e inizio ’80 a fare propaganda anarchica nella “rossa e grassa” Bologna. La svolta arriva quando il comune organizza un concerto gratuito dei Clash in piazza, i Raf Punk cioè Jumpi (Giampaolo Giorgetti), Laura, Carlo e il loro seguito, cominciano a fermare i punx venuti da tutta Italia, consegnado volantini: “dei Clash non ce ne frega niente le loro credenziali punk non ci fottono-Raf Punk-”. Il comune non risolve certo i problemi dei giovani organizzando cose simili! Tutti i punx sono sbigottiti e in parte incazzati, i Clash rappresentavano ancora il ’77 nonostante la musica fosse cambiata, erano una cosiddetta “band-simbolo”. E’ proprio questo che contestano i Raf Punk. Molti punx italiani prenderanno la strada già segnata da Jumpy e compagni dopo quel concerto, compresi quelli di Milano, i futuri fondatori del Virus. La band è già attiva da alcuni anni. La formazione iniziale vede Jumpy alla voce, Steno al basso, Laura alla batteria, Carlo e Mammo alle chitarre. Steno lascia la band essendo nichilista e crea i Nabat, storico gruppo skin-nichilista, che per primo porta l’idea dell’oi! E dello skinhead in Italia.Alla fine entra come bassista Barbara. Cassero è il centro degli anarchici bolognesi e diventa anche sede e nucleo della band. Si cominciano a sperimentare suoni nuovi e nell’81 il gruppo crea una etichetta indipendente “Attack punk records” che esordisce con un album di tiratura limitata ormai divenuto reperto storico “Schiavi nella città più libera del mondo”. Questo vedeva, oltre ai Raf Punk, altri tre gruppi bolognesi che avevano seguito l’esempio della band, Anna Falkss, Bacteria, Stalag 17. Dopo l’uscita dell’album il Cassero diventa “Punkaminazione”, centro di ritrovo per punx. Legato al progetto “Attack punk records” il gruppo fa uscire “Attack”, prima fanzine politica italiana, con lo scopo di “informare e rendere noto ciò che il monopolio della stampa borghese, infarinandoci di musica, cerca di nascondere”. I Raf Punk cominciano ad uscire anche da Bologna e negli anni successivi anche dall’Italia. Suonano a Londra, in Jugoslavia e a Berlino rifiutano di suonare come gruppo spalla agli Exploited, gruppo simbolo della seconda ondata punk, ribadendo per l’ennesima volta il loro distacco da ogni evento che fosse fatto a fini di lucro da gente che sfruttava i giovani per imbottirsi le tasche di soldi.Dopo varii cambi di formazione e un tentativo di salvataggio nel ’86, quando il gruppo cambia nome in Transxxx, il motore dei Raf Punk si spegne. Ogni componente del gruppo prenderà la propria strada chi musicalmente chi artisticamente. I Raf Punk restano un nome fondamentale per il punk italiano, troppo spesso sottovalutato. Di loro ci resta poco musicalmente, ed è per questo che il loro ricordo deve essere tenuto vivo.
3 Comments:
il loro ricordo sarà sempre vivo, perchè senza di loro l'intera scena era diversa, erano un gruppo troppo particolare, fulcro di bologna e dell'italia in generale... mi rincuora vedere che si considerano ancora, benchè come hai detto di loro ci rimane poco, eppure sono stati molto più significativi di altri gruppi che spesso consideriamo maggiormente..
uno dei gruppi in assoluto più grandi che ci sia mai stato in italia assieme ai CCM
Ciao! Sono Pedro, bassista prima degli Stalag 17 poi dei Raf Punk.
Grazie per l'articolo!!!
Oggi mi sono imbattuto nel vostro sito e ho avuto il piacere di ricordare, grazie alla vostra opera, quel periodo meraviglioso.
Sono a vostra disposizione per qualsiasi cosa.
Un abbraccio. Viva l'anarchia.
pedrotronic@libero.it
Posta un commento
<< Home